Eppure, lo ha fatto lui…
Ebbene si , capita, spesso di dire o pensare questa frase. A me è successo or ora, in metro, di pensarlo e iniziare un autolesionismo morale che mi ha portato a sfogarmi su queste pagine.
Un bimbo e la sua madre salgono in metro. Il piccolo ride e parla: 4/5 anni, credo, e un capello rosso di un interessante livello cromatico.
Sono seduto e penso subito: “Ah che bello, ora attiro la sua attenzione e gli dico di sedersi…” e, ben poco dopo, un altro ragazzo, seduto in miglior posizione e molto più scaltro di me, pone la stessa domanda alla madre.
Le parole esatte contenute nella risposta della madre non necessitano di esplicazione, in quanto il tono colmo di contentezza per quel gesto sovrasta tutto, è chiaro, e mi lascia con lo sguardo fisso sui tre, bloccato in un limbo…
Eccolo, mi dico, il solito che sono, bello, splendente, ma mai con il giusto tempismo.
Fermato, non so da chi, forse dai sogni che poi mai si tramutano in fatti, e quel piccolo accadimento diviene riunione interiore tra cervello e cuore, con l’anima a dirigere l’ennesima ristrutturazione e magari domani, in bus, in strada, o chissà dove, non mi sentirò più un pezzo di questo puzzle che chiamo “vita”…
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